venerdì 25 settembre 2015

Dio o niente - Conversazione sulla fede - Cardinale Robert Sarah con Nicolas Diat

" Ho letto Dio o niente con grande profitto spirituale, gioia e gratitudine..."
Papa emerito Benedetto XVI



Il papa emerito ha avuto parole di apprezzamento per questo libro del Cardinale Robert Sarah al quale ha scritto una lettera in merito. Tra le altre cose, Papa Benedetto dice: "Ho letto Dio o niente con grande profitto spirituale, gioia e gratitudine. La sua testimonianza della Chiesa in Africa, della sua sofferenza durante il tempo del marxismo e di una vita spirituale dinamica, ha una grande importanza per la Chiesa, che è un po' spiritualmente stanca in occidente. Tutto ciò che Lei ha scritto per quanto riguarda la centralità di Dio, la celebrazione della liturgia, la vita morale dei cristiani è particolarmente rilevante e profondo. La sua coraggiosa risposta ai problemi della teoria del gender mette in chiaro in un mondo obnubilato una fondamentale questione antropologica".

Dal cuore dell'Africa al centro della Cristianità: così potremmo riassumere lo straordinario percorso di vita del cardinale Robert Sarah. Ordinato prete nel 1969: consacrato vescovo nel 1979 - il vescovo più giovane del mondo - chiamato da Giovanni Paolo II nel 2001 a Roma come Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; nominato da Benedetto XVI Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum nel 2010 e infine nel 2014 chiamato da Francesco a presiedere il dicastero vaticano che si occupa della liturgia. Guardando il povero bambino di Ourous, figlio di contadini e attratto dalla vita dei missionari, nessuno poteva immaginare il piano di Dio e. leggendo questo libro, si potrebbe affermare che certo Dio sapeva quel che faceva.
(Tratto dalla seconda pagina di copertina)

Robert Sarah e Nicolas Diat (foto trattadalla terza pagina di copertina)


Nicolas Diat
Laureato in Scienze politiche, giornalista e scrittore, a lungo consulente per la comunicazione e la strategia di vari ministri francesi, è autore di un libro su Papa Benedetto XVI, L'homme qui ne voulait pas etre pape - histoire sècrete d'un règne (Albin Michel, 2014)
(tratto dalla seconda pagina di copertina)

Cantagalli Editore
Un editore molto coraggioso della città di Siena, la città che diede i natali a Santa Caterina, vergine e dottore della Chiesa che tanto operò per il ritorno del Papa a Roma dalla sede avignonese.
La casa editrice fu fondata nel 1925 (clicca qui).



Quarta di copertina del libro


giovedì 17 settembre 2015

Rémi Brague: da dodici secoli è impossibile dialogare con l'islam.


L'ultimo libro di Rémi Brague (clicca qui)





Riportiamo, di seguito, l'interessante articolo di Marco Respinti, tratto dal quotidiano Libero del 16 settembre 2015, pag. 25

"Il primo motivo per cui l'Occidente non riuscirà mai a parlare con l'islam è che manca una lingua comune. Una lingua culturale e intellettuale importante, per esempio la filosofia. Quando Benedetto XVI osò dirlo il 12 settembre 2006 a Ratisbona si aprì il cielo, ma la stessa cosa dice oggi uno degli intellettuali più raffinati e disincantati che abbiamo, Rémi Brague, classe 1947, professore emerito di Filosofia medioevale e araba all'Università di Parigi 1 Pantheon-Sorbona, dove dirige il centro di ricerca "Tradizione del pensiero classico", ha pubblicato libri decisivi. L'ultimo è un libro-intervista curato da Giulio Brotti, Dove va la storia? Dilemmi e speranze (La Scuola, pp. 140, euro 9,50).


Benedetto XVI e Rémi Brague il 12 settembre 2012
Dice Brague che la "teologia islamica si è costituita in polemica contro il cristianesimo". Per l'Islam il Corano è la rivelazione diretta di Dio e quindi su quella parola divina increata non si può né ragionare né dire alcunché; ci si può solo sottomettere. La teologia islamica è tutta qui: sottomissione incondizionata dell'uomo a Dio. Per la filosofia intesa come discorso razionale sulle cause prime ed ultime del reale, e quindi debordante nella teologia classica intesa come discorso razionale sul divino, non vi è alcun posto. 

Di che parliamo dunque con l'Islam?

E' vero, vi fu un tempo in cui un angoletto alla filosofia fu ritagliato anche nel mondo musulmano , ma fu un'altra singola rondine che non fece primavera. "La filosofia araba", infatti, che "assume una certa neutralità in materia di religione",  prese ad affermare "l'esistenza di un principio unico, ispirato alla concezione neoplatonica dell'Uno", ma "non è sopravvissuta alla modernità. 
Chi l'ha schiacciata è stata proprio la teologia coranica, quella che domina il vasto oceano dell'islam contemporaneo. Perché chi obietta "filosoficamente" ha le ore contate. 
Del resto, il grande protagonista di quella fugace stagione di una filosofia arabo-islamica autonoma fu al-Farabi (870-950), originario dell'odierno Turkestan. Tentò una sintesi fra aristotelismo e platonismo, e lo fece in quanto "era stato allievo di cristiani" e a sua volta (a riprova delle illuminanti pagine con cui Rodney Stark dimostra che tutto ciò che di buono c'è nel mondo arabo-islamico è dovuto alla sopravvivenza o all'arabizzazione di sostrati e di personaggi cristiani, ebraici e pagani) "ebbe come discepolo Yahyà ibn 'Adi (+974), filosofo e teologo della Chiesa siriaca giacobita.
Certo, qualcuno c'è che abbia sostenuto che il Corano sia solo un prodotto umano. Furono i mutaziliti, il cui prestigio fiorì a tal punto da divenire, per un periodo, la dottrina di Stato del califfato abbaside; ma, caduti progressivamente in disgrazia dopo il Secolo X, furono considerati  solo degli eretici. "I modernisti vorrebbero riportare in vita la soluzione mutazilita", riflette Brague. "Io auguro loro buona fortuna, ma non dimentichiamo che sono trascorsi dodici secoli da quando quella scuola è stata eliminata. L'islam contemporaneo è tanto lontano da essa quanto noi lo siamo da Carlo Magno, e non ci si sbarazza tanto facilmente di abitudini di pensiero così inveterate". Quale dialogo, insomma? Siamo e restiamo distanti come la Terra dalla Luna. E prima lo capiremo, meglio sarà per tutti."
Marco Respinti


LINK:
Discorso di Ratisbona di Benedetto XVI
REMI BRAGUE: ILLUMINISMO, SANTITA' E VALORI CRISTIANI
La bianca torre di Echtelion, di Marco Respinti